Se nel 2020 la pandemia ha causato oltre 300 miliardi di perdita di fatturato, così come stimato dall’Agenzia delle Entrate, con le risorse stanziate dall’ultimo Decreto del Governo e quelle date in precedenza si arriva a circa 22 miliardi. Una cifra pari a meno del 10% che fa capire lo stato in cui versano le nostre imprese commerciali e turistiche ferme da oltre un anno. E’ questo il commento amaro espresso dal gruppo dirigente della Confesercenti di Matera.
Per fare solo un esempio, un’attività che ha fatturato 100 mila euro nell’anno 2019 e solamente 20 mila nell’anno 2020, riceverà un ristoro di poco più di 4 mila euro, una cifra simbolica che si commenta da sola. E’ inutile proseguire su questo filone che non porta da nessuna parte, se il commento del Presidente Draghi è stato che “non potevamo fare più di tanto”.
Allora come far fronte alla sopravvivenza? E’ questa la domanda che da mesi viene rivolta ai rappresentanti di categoria materani; le alternative restano poche: suggerire al Governo di sospendere e recuperare tutte le risorse dal Cashback e Lotteria dello scontrino, dal Bonus Vacanze e dagli altri Bonus che non hanno avuto successo, come quello per PC e Tablet, pensare di organizzare la ripresa non appena i vaccini inizieranno a dare risultati confortanti sostenendo economicamente le imprese azzerando i costi di tasse ed imposte. Inoltre si potrebbe chiedere alla Regione Basilicata di mettere in campo un bazooka da centinaia di milioni di euro presi dalle royalties del petrolio da destinare a finanziamenti a 15/20 anni a tasso zero per le imprese, più o meno pari al valore del fatturato andato in fumo nel 2020, ben sapendo che così facendo si punterebbe solamente sulla produttività che in realtà è quella che dà sostentamento all’economia e al lavoro di un territorio e delle sue genti.
Non ultimo le imprese chiedono di tornare a lavorare in condizioni di sicurezza così come previsto dai protocolli e dalle normative nazionali a cui si sono adeguate nella primavera/estate 2020 con conseguente esborso di denaro, ma senza effetti pratici visto che alcuni settori sono fermi da quasi un anno. La ricaduta psicologica del DL Sostegni è negativa, la speranza di ricevere qualche rimborso soddisfacente è andata in fumo, non resta che la speranza di un vero e proprio cambio di passo in tempi brevi oppure di tornare a lavorare a breve in piena sicurezza così come avviene nelle aziende che oggi continuano a rimanere aperte.
Se non si porrà rimedio con soluzioni concrete, il timore fondato è quello di vedere crescere la rabbia di persone esasperate disposte ad azioni di protesta esacerbata.
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