Sintesi del documento del Presidente della Confesercenti Nazionale, Marco Venturi, a proposito del Decreto “salva Italia” : sono anni che insistiamo su una crisi lunga che sta colpendo imprese e famiglie, Ora siamo arrivati ad un punto che richiede una svolta immediata, che aiuti le PMI a resistere ed a rilanciarsi. Il Governo, il Presidente Monti, ha deciso di rispondere a questa situazione con una serie di interventi, tra cui un aggravio dei contributi previdenziali, una liberalizzazione totale delle aperture festive e dell’allargamento degli orari delle grandi strutture commerciali. Per noi questa risposta è totalmente sbagliata perché parte dal presupposto che le famiglie italiane non consumano sufficientemente a causa dei limitati orari di apertura dei grandi centri commerciali e non perché l’economia non cresce, molte imprese chiudono ed i posti di lavoro si assottigliano. Come si fa a non capire che il lavoro passa dalle piccole e medie imprese, che la qualità urbana e lo stesso sviluppo del turismo passa dalle città vive, dai negozi, dai pubblici esercizi, dalle imprese turistiche e dall’artigianato?
Decreto Salva Italia?
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Salviamo le imprese per salvare l’Italia
Salveremo l’Italia tenendo aperti gli esercizi commerciali 24 h su 24,
festivi e domeniche comprese?
Liberalizzazioni? Perché sempre e solo il commercio deve pagare?
Nelle nostre città sono scomparse negli ultimi sette anni:
100.000 imprese commerciali
300.000 posti di lavoro.
Con le aperture ininterrotte non aumenteranno i consumi,
non migliorerà il servizio,
non aumenterà l’occupazione.
Nei prossimi 5 anni:
80.000 imprese usciranno dal mercato
240.000 posti di lavoro andranno persi.
Città sempre più vuote e meno sicure.
Si trasferiranno quote di consumi dal piccolo e medio dettaglio
a favore della grande distribuzione.
Un regalo enorme alla GDO che già oggi detiene il 70%
della quota mercato di consumi alimentari.
E pensare che il Governo si appropria di competenze costituzionali attribuite
alle Regioni per la suprema ragione di garantire la concorrenza!!!
Cancellando il tessuto commerciale degli esercizi di vicinato,
si favorisce la concorrenza?
In nessun Paese d’Europa avviene
ciò che si vuole fare in Italia per il commercio.
Facciamo appello ai Presidenti delle Regioni,
che ne hanno la competenza,
affinchè sollevino l’illegittimità del provvedimento.
Organizzeremo tutte le necessarie iniziative per tutelare le oltre 700.000 imprese
che ancora vivono e fanno vivere le nostre città.
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