Liberalizzare gli orari di apertura e chiusura è la soluzione errata ai problemi che affliggono le PMI; occorrono segnali concreti oppure il dato sarà in continuo aumento.
Maglia nera al commercio per i fallimenti che nel corso del 2011 hanno interessato le imprese della nostra provincia; il calo dei consumi, l’indebitamento bancario e le difficoltà di incasso stanno affliggendo gli esercizi commerciali rendendoli particolarmente fragili di fronte all’imperversare della crisi.
Il Governo centrale, con la liberalizzazione degli orari e delle aperture delle medie e grandi strutture, rincara la dose introducendo il concetto “più si rimane aperti più si incassa” L’effetto di tali provvedimenti porterà nei prossimi cinque anni, secondo le nostre previsioni, alla scomparsa di 80.000 imprese e di 240.000 posti di lavoro.
L’esperienza materana, di oltre un decennio, sconfessa la previsione governativa in quanto la deregulation degli orari non ha portato purtroppo bilanci interessanti per il terziario.
Chiediamo a Governo, Regione e sistema bancario di avanzare politiche concrete a favore delle piccole e medie imprese attraverso lo snellimento della burocrazia, l’agire sulle leve che permettono realmente e in poco tempo l’attuazione di provvedimenti a favore della rete distributiva, l’introduzione di misure che diano sostegno concreto alle imprese esistenti attraverso incentivi reali a favore delle assunzioni, riconoscimenti per chi intende investire, consolidamento della debitoria senza se e senza ma!
Il Fondo regionale di Garanzia, varato oltre un anno fa, risulta essere uno strumento farraginoso e di non pratica utilità; la legge 183/11 che regolamenta le transazioni gratuite per le operazioni inferiori a 100 euro per i rifornimenti di carburante non trova ancor oggi concreta applicazione, creando non poca confusione fra gli addetti.
Insomma c’è un generale disinteresse verso le PMI che necessitano di maggiore attenzione in un momento come questo e verso le quali da sempre suggeriamo provvedimenti concreti per la sopravvivenza stessa dei nostri comuni.
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