La Confesercenti di Basilicata ha dichiarato, a proposito dell’avviso pubblico denominato “Piccoli prestiti” che è :”L’ennesimo topolino – per usare un eufemismo – generato dalla montagna burocratica della Regione Basilicata”
L’ipotesi di proposta, in forma semplificata e non articolata (nella quale cioè erano solo indicati gli obbiettivi e non le modalità operative), sottoposta alla attenzione della Confesercenti e delle associazioni di categoria aveva come fondamento la necessità di venire incontro alle PMI lucane in questo momento di particolare difficoltà. Nonostante le segnalazioni delle incongruità presenti già in quella ipotesi, la versione finale è l’esempio lampante della incapacità strutturale del Dipartimento di concepire strumenti adeguati, men che mai, utili alle imprese per i problemi da queste affrontati in un tempo così drammatico come quello presente
Solo a titolo di esempio : gli originari 10 mil. di euro, che parevano già poca cosa, sono diventati 4,5 milioni. Il limite di 30.000 euro è restato tale (avevamo suggerito un limite più basso : 20.000 euro), è restato il vincolo delle spese strutturali – il 30 % – (avevamo proposto di destinare l’avviso solo alle spese correnti, o in subordine di ridurre le spese strutturali al 10%), avevamo infine proposto che, sulla base delle graduatorie già effettuate dalla Regione nei mesi scorsi per l’assegnazione dei fondi, le disponibilità finanziarie fossero, per la gestione della misura, indirizzate verso i Consorzi di garanzia fidi, in modo da poter applicare anche a queste il moltiplicatore 10 – avendo quindi una disponibilità potenziale di 100 mil. di euro.
Alla luce dell’Avviso, ipotizzando che la richiesta media – come è spesso avvenuto finora, sia poco sotto la metà del massimo – e quindi per puro esercizio scolastico : possa essere di 12.000 euro – avremmo, sempre sulla carta, 375 soggetti finanziati, sui potenziali circa 30.000 richiedenti. E questo sarebbe il modo di venire incontro alle PMI in questo momento di particolare difficoltà ?
Oggi troviamo nell’Avviso la data di presentazione delle domande al 16 aprile (è già previsto l’allentamento delle restrizioni ? e quando è stato deliberato ?), la necessità di reperire preventivi : con le imprese chiuse, come saranno reperibili ?, la presentazione delle domande tramite spid (chi non ne è in possesso, non può più rivolgersi alla Regione, ma alle Poste : con quello che oggi comporta), infine : i tempi di istruttoria vanno come al solito a “babbo morto” : 60 giorni, che come sempre, si tradurranno, per la “tipica” gestione amministrativo/contabile che è nella architettura dell’avviso – non diverso dagli altri pubblicati finora – nella previsione che le prime disponibilità finanziarie arriveranno sul C/C dei fortunati, non prima di ottobre ! Che senso ha, allora, qualificare questo avviso come “misura urgente”?
Se l’Avviso era stato concepito come un modo per consentire la sopravvivenza delle imprese, forse questo è il modo migliore per far decidere in tanti che è meglio chiuderla, la attività.
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