Preoccupazione e sotto certi aspetti sconcerto suscitano i dati elaborati a livello nazionale dalla Confesercenti dai quali emerge che su 194 mila imprese ambulanti presenti nei registri camerali non trovano infatti alcun riscontro negli altri database pubblici oltre il 50%.
In pratica risultano mancare all’appello circa 100 mila imprenditori appartenenti a tale settore: tanti infatti sono quelli che registrano la propria impresa alla Camera di Commercio ma che poi svaniscono nell’ombra, senza versare un euro di tasse o contributi. Con tutta probabilità si tratta di imprese irregolari, che scompaiono dai radar subito dopo l’avvio di attività.
La situazione è preoccupante anche nella nostra provincia dove è forte l’evasione contributiva delle suddette imprese (pari ad oltre un migliaio), che in alcuni casi supera abbondantemente il 50%. Non solo! E’ importante il numero di venditori ambulanti di fuori provincia che si riversano più o meno regolarmente nei nostri mercati senza lasciare alcun onere nelle casse dei vari Comuni. Raggiunti da sanzioni o cartelle esattoriali e non possedendo alcuna proprietà, restano impuniti e continuano a commercializzare, a danno dei commercianti onesti.
Un importante fenomeno questo su cui porre particolare attenzione, apostrofato col nome di “Imprese fantasma” che nel settore del commercio ambulante sembra di fatto assumere un forte rilievo. Per “Imprese fantasma” s’intendono tutte quelle aziende regolarmente iscritte al Registro delle Imprese delle Camere di Commercio con partita IVA risultante “aperta” all’Agenzia delle Entrate, ma che, di fatto, non esercitano alcun genere di attività né di natura sostanziale (acquisto/cessione di beni) né di natura formale (adempimenti fiscali e contributivi). Sul perché esista questo genere di fenomeno si possono fare alcune ipotesi: l’evasione fiscale operata tramite “l’intestazione” di ditte individuali a soggetti di fatto irreperibili con Sede legale inutilizzabile per lo svolgimento di un’attività economica e che in gran parte alimenta il mercato della contraffazione; un’altra motivazione deriva dal fatto che diversi soggetti di nazionalità straniera utilizzano la prassi “ormai consolidata” di aprire un’impresa solo per ottenere i vantaggi che ne derivano dall’avere una partita IVA e dal risultare formalmente titolari di un’impresa ed avere una fittizia stabile occupazione ed una fonte di reddito.
Un fenomeno di dimensioni “stratosferiche” che inquina e dequalifica la nostra attività quotidiana. È per noi inaccettabile assistere rassegnati a questo stato di cose. Così come non è tollerabile che vengano rilasciate autorizzazioni di commercio su aree pubbliche per regolarizzare permessi di soggiorno e poi agire nella totale irregolarità.
Pertanto invitiamo S. E. il Prefetto, la Regione affinchè approvi in tempi rapidi la nuova legge sul commercio, i Sindaci e la Camera di Commercio della provincia di Matera a mettere in atto ogni iniziativa utile per stroncare ogni forma di abusivismo a tutela delle nostre imprese.
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